From Leopoldo Nobili    [2 août 1824]

[2 août 1824]

[73] Chiarissimo Sig.re,

Bisogna ben dire che la preg.ma sua lettera del 24 maggio p.p. sia stata lungo tempo in viaggio prima d'essere consegnata a M. Plana. Egli non l'ebbe che pochi giorni sono; né tardò un solo momento a spedirmela per la posta. Io l'ho ricevuta avant'ieri dentro un foglio del med. Plana, in cui mi avverte che ritiene presso di se la di lei opera fintanto che gli si presenta un'occasione per rimettermela. Deggio molto a M. Plana per ogni sua premura ma deggio molto più a lei per il prezioso dono che mi destina, e per l'usatami attenzione d'accompagnarla con una sua lettera. Si assicuri che ascrivo a mia somma fortuna la combinazione che mi procura il vantaggio di mettermi in diretta corrispondenza col Volta del Magnetismo. Io non cercherò alcuna occassione particolare né per questa mia lettera né per l'altre che la potranno seguire. Mi servirò a dirittura della posta, pregando Lei di fare altrettanto per le sue risposte; onde non mi venga ritardato il piacere di scriverle con tutta la possibile sollecitudine.

Posseggo già da un mese il Manuale di Demonferrand. Se l'avessi veduto prima di pubblicare le mie Questioni, avrei per certo presentato l'analisi della di Lei dottrina in un modo ben diverso da quel che feci nella V Questione, dove il mio scopo principale era di conciliare la nuova colle antiche attrazioni e ripulsioni elettriche. Secondo quella conciliazione, le attrazioni e ripulsioni delle correnti voltaiche non sono che attrazioni e ripulsioni apparenti, dipendenti in sostanza da un solo principio = le correnti tendono a voltarsi dalla stessa parte e confondersi insieme = Questo principio non meno semplice che facile a concepirsi sembrò e mi sembra tuttavia espressione genuina delle prime sue scoperte; ma da esso non ne viene per certo che una corrente Pp mobile d'intorno a P, debba girarsi d'intorno per l'azione d'un'altra corrente AB. Ella mi assicura che questo giro ha effettivamente luogo, e che nel Manuale di Demonferrand si trova scritto il modo di conseguirlo. Io Le confesserò ingenuamente la mia poca perspicacia col dirle che non trovo in quel libro né in altri alcun giro della specie di cui parlo. Ho ogni motivo di credere ch'ella mi parli dell'esperimento del § 14; ma là non si tratta dell'azione di due sole correnti ma rettilinee: si tratta d'una corrente rettilinea e d'un circuito di correnti abcd. Vi ha per mio avviso un gran salto dall'influenza d'una sola corrente AB a quella di un sistema di correnti che girano comunque d'intorno ad un centro. Quest'ultimo è un sistema veramente magnetico, il quale agendo al di fuori secondo la legge generale dell'irraggiamento magnetico deve, giusto i miei stessi principi, produrre il giro di Pp, ora da una parte ed ora dall'altra secondo la direzione delle correnti. Ma non è così, dico io, dell'azione d’una sola corrente AB, che tende unicamente a strascinare l'altra nella stessa direzione. Per convincermi del contrario, ho cercato più volte di conseguire il movimento retrogrado di Pp sopra AB, ma non sono mai riuscito ad averne il più piccolo indizio.

Desidererei inoltre di sapere, indipendentemente da qualunque calcolo, come due correnti perpendicolari Pp, AB deggiano agire l'una su dell'altra se si attraggono dirette nel med.o senso e si respingono dirette nel senso contrario. Nella posizione di mezzo, qual è la perpendicolare, non dovrebbe egli riscontrarsi necessariamente il zero delle due forze contrarie? So bene che vi è azione anche in quel caso; ma se vi è, non è questa forse una prova che le correnti elettriche non agiscono per via d'attrazione e di repulsione?

Dissi poi che desideravo una risposta indipendente dal calcolo, perché non sono ancora troppo persuaso dal metodo delle decomposizioini, né di certe esperienze che si riferiscono a conferme de' risultati analitici. Vuolsi p.e. dal circuito del conduttore pgn inferire che le parti d'una medesima corrente si respingono, e che una tale repulsione sia quella indicata dalla sua formula. Ma perché una tale deduzione fosse necessaria, non bisognerebbe egli avere antecedentemente provato che la corrente che traversa il mercurio ne' due compartimenti, è precisamente a null'altro che la continuazione di quella che s'incanala dentro il conduttore mobile pgn? Io credo invece d'essere in grado di mostrare che la corrente si propaghi nel mercurio, e che il luogo degli   [74] sparpagliamenti è un luogo dove le correnti per la resistenza che soffrono fanno nascere de' movimenti che non nascerebbero senza la circostanza di quell'impedimento.

Lo sparpagliamento si prova collo scandagliare la virtù elettro-magnetica presso alle [pu]nte di due fili Pp, nN coperti di seta e pescanti in una massa di mercurio che stabilisce la comunicazione metallica fra le punte p, n. Lo scandaglio si può eseguire in vari modi, ma il più facile a un tempo e il più sicuro consiste nel versar dell'acqua sopra il mercurio coll'intenzione di poterlo servire di sostegno ad un galleggiante magnetico verticale. Col girare che fa quest'indice per un grand'arco d'intorno alle punte p, n, c'insegna esso che la corrente si spande a raggio dinnanzi alla punta d'uscita p, e che si concentra ugualmente a raggi dinanzi alla punta di ingresso n.

Per dimostrar poi la forza straordinaria che si manifesta nel luogo degl'irraggiamenti, comincio dal far passare la scarica di due o tre boccie di Leida attraverso il circuito PpqnN. In questi passaggi il conduttore pqn salta fuori del piatto dal lato X. Non è questo che il suo fenomeno in grande, perché prodotto da un'elletricità più potente. Perché? L'elettricità ordinaria non si presta punto all' uffizio della attrazione e ripulsione elettro-dinamiche. Dunque se quest'ultimo fosse il principio che fa vincolare il ferro da cavallo pqn, non dovrebbe questo moversi in alcun modo, quando passa per esso il torrente d’una scarica. Ma si muove, e si muove molto di più che non fa sotto l'azione delle correnti voltiane. Dunque ecc. ecc.

Giova inoltre avvertire che il conduttore pqn vincola anche quando è collocato sul piatto nella posizione rovescia p'q'n'. Secondo il di lei modo di vedere l'origine delle correnti Pp', n'N su quella del filo p'q'n' sarbbe in totalità più ripulsiva che attrattiva tale cioè da spingere anhe in questo caso il conduttore verso di X. Salta invece verso di Y, rinculando sempre dai luoghi d'imboccatura e di sbocco dove la corrente agisce in modo straordinario.

Parmi infine che quando le cadrà in mente il pensiero di valutare in numeri la forza necessaria al rinculo del filo conduttore pqn, troverà questa così superiore alla forza ripulsiva che manifestano le correnti elettriche nelle circostanze le più favorevoli, da accorgersi subito che lo sviluppo di quella prima forza dipende da una cagione straordinaria. I coni osservati da M. Davy nel suo grande fenomeno elettro-magnetico sono, per quanto mi sembra, una novella prova della grandissima energia che sviluppano le correnti nel luogo di posti angusti. Ma ciò che merita maggior attenzione nel fatto di Davy, sta il giro che fa la corrente elettrica dentro la vasca di mercurio ossia di produrre sulla punta del filo negativo un cono consimile a quello che nasce sull'estremità del filo positivo. La corrente giunge in p sul mercurio che la sovrasta; di qui riunita, per la più gran parte, sul fondo d'un vaso in q dopo d'aver prodotto dinanzi a p quella specie di percossa, che noi italiani chiamiamo botta nel corso de' fiumi, e che nel caso di cui si parla, si riceveva in n, dove la corrente è costretta ad eseguire una voltata ugualmente brusca di quella che le tocca di fare nell'uscire dalla punta p. Nulla poi di più facile che l'assicurarsi del cammino pqn battuto dalla più gran parte della corrente. Basta per questo disporre orizzontalmente i due fili Pp, nN dentro uno strato di mercurio contenuto in una ampollina, e poscia scandagliare in più modi il corso che la corrente tiene nel traversare la massa di mercurio.

Nel ripetere l'esperimento di Davy coll'elettricità delle scariche ordinarie, si vede, invece di coni permanenti, guizza via il mercurio dal luogo della punta in forma di una piccola pioggia che giunge all'altezza di parecchi pollici, e cade in parte fuori dal vaso. Questo fenomeno è potentemente lo stesso che quello del ferro da [75] da cavallo che salta fuori dei piatti: non basta: sono pure della medesima natura e il giro della spirale di Savary e l'antico giuoco del molinello elettrico. Tutti questi fenomeni dipendono dalla med.a cagione, e niuno per quanto mi pare è da registrare nella classe di nuovi fatti. La loro esclusione è una conseguenza ben naturale del metodo che seguito nelle mie Questioni. Questo metodo ha pure esso la sua formola generale: formola di fatto che mi ha inspirato e mi ispira tuttora la più gran fiducia. Ella già vede che alludo alla disposizione della limatura di ferro d'intorno ai sistemi magnetici; disposizione che io chiamo irraggiamento magnetico ed a cui mi rivolgo per la spiegazione di tutte le vicende che nascono tra calamita e calamita, e tra calamita e conduttori voltiani. Ma non si parli per ora delle cose mie. Verrà tempo anche per loro, se ella m'occorrerà d'un carteggio regolare. Frattanto io sono pieno di vera stima e vera considerazione

Di Lei [illisible] Sig.r Reggio di Modena li 2 agosto 1824    Dev.mo ed obb.mo servo Leopoldo Nobili

P.S. Ho scoperto ultimamente un fatto che mi sembra molto curioso e degno dell'attenzione de' Fisici. Verso una grossa goccia di mercurio dentro uno scodellino da caffè; la copro tutta d'acido solforico e poi la tocco lateralmente con un filo di ferro. Al momento del contatto la goccia concepisce un movimento oscillatorio d'andata e ritorno, che si direbbe una specie di palpitazione, e che dura lunghissimo tempo; non cessando che allorchè il ferro è giunto a un certo grado d'ossidazione. Il fascicolo di Giugno del Giornale scientifico di Firenze, l'Antologia, dovrebbe contenere una breve notiza di questa mia scoperta del tutto accidentale. Potrà consultarlo all'uopo. Sono di nuovo S L. Nobili.

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